I siti torrent vengono molto spesso visti come una grande raccolta di materiale coperto da copyright distribuito illegalmente, ma in realtà il protocollo che ci sta sotto potrebbe giocare un ruolo fondamentale nel prossimo futuro.
Tutti almeno una volta nella vita, spinti dalla pigrizia, abbiamo scaricato dai siti torrent qualche contenuto invece di acquistarlo oppure di uscire per andare al cinema. Così si è diffusa la credenza che il BitTorrent, ovvero il protocollo che sta sotto i siti torrent, sia solamente una becera iniziativa per diffondere illegalmente materiale coperto da copyright. In realtà non è così e nel prossimo futuro la situazione potrebbe cambiare radicalmente.
Siti torrent: l'inbubo dei copyrighter
Per anni lo scopo principale dei siti torrent è stato quello di diffondere contenuti protetti a copyright in maniera gratuita ed ovviamente illegale. Si pendi che nel 2011 il numero di utenti che facevano uso di BitTorrent per condividere i file era di circa 100 milioni. Ad oggi Netflix conta circa 137 milioni di abbonati. Si stima che circa il 20-25% di tutto il traffico internet sia dovuto proprio alla condivisione di file tramite siti torrent.
C'è da dire che molto spesso i client BitTorrent non nascondono l'operato degli utenti, che rimane esposto alla luce del Sole e quindi è tutto sommato semplice per le autorità o società controllare la nostra attività sui siti torrent. In realtà difficilmente a qualcuno importa quello che fa un utente chiuso nella sua camera da letto, di norma si punta ad interessi ben più grandi (anche perché sarebbe impossibile arrestare 100 milioni di persone). Utilizzando servizi VPN o un proxy per la connessione sicura si può comunque ovviare al problema. In ogni caso la quantità da dati che ogni giorno sfugge al controllo del copyright è enorme, come anche il danno economico che ne deriva. Anche se ultimamente i servizi di home streaming stanno in parte arginando il problema.
Il traffico Internet negli anni
BitTorrent: l'altro lato ella medaglia
Il protocollo BitTorrent in realtà non è intrinsecamente "illegale"; anzi: è un'idea molto innovativa basata sul peer-to-peer che può essere utilizzata per motivi anche benefici. Ad esempio la condivisione di pesanti release di software GNU/Linux. Le P2P TV si basano su un principio simile a BitTorrent per permettere di trasmettere grandi quantità di video attraverso la rete in tempo reale.
Il tutto è possibile grazie al principio di base del peer-to-peer ovvero la distribuzione: ogni utente può sia ricevere che inviare dati, contribuendo ad evadere le richieste degli altri nodi. È una sorta di collaborazione tra PC. Oltre a garantire una banda elevata ed essere resistenti anche ad elevate quantità di traffico - più utenti ci sono, più grande è la rete di condivisione -, la tecnologia peer-to-peer non necessità di grandi e potenti server e quindi è molto economica per i provider di servizi.
Modello client-server e peer-to-peer a confronto
Ma non ci fermiamo solamente alla condivisione di file tramite siti torrent. I nodi di una rete peer-to-peer formato una struttura dove tutti hanno la stessa importanza e possono comunicare tra loro. Con l'arrivo del 5G e dell'IoT avremo miliardi di dispositivi che vorranno interagire tra loro, un traffico molto difficile da gestire tramite server centralizzati. Addirittura alcuni ricercatori della UCLA hanno pensato di utilizzare un paradigma peer-to-peer per far comunicare le auto autonome del futuro! Il protocollo sarà BitTorrent, lo stesso che oggi utilizziamo per condividere i file.
Con il 5G e L'IoT la rete dovrà gestire miliardi di dispositivi connessi
Le potenzialità di BitTorrent sono quindi enormi e nei prossimi anni vedremo nascere applicazioni impensabili per questa tecnologia. Chissà allora continueranno ad esistere i siti torrent come li conosciamo oggi.