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Legge diritto d'autore: la decisione del Parlamento Europeo

Il parlamento di Strasburgo ha approvato il 12 settembre 2018 la proposta di riforma sulla legge diritto d'autore. Con 438 voti a favore, 226 contrari e 39 astenuti si è ottenuto il mandato per aprire il dialogo con Commissione e Consiglio UE per elaborare il testo di legge definitivo. 

 

Legge sul diritto d'autore e UE: vento di novità

Si avvicina la resa dei conti tra artisti, musicisti, mondo dell'editoria e le piattaforme monopolista come Youtube e Facebook. I deputati UE sono chiamati a decidere sul business miliardario dei diritti d'autore, pressati tra le lobby dei due schieramenti. Il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani aveva detto, alla viglia del voto, che «sul copyright si deve fare chiarezza, non c'è nessuna minaccia alla libertà del web» e così deve essere per il voto degli eurodeputati. Invece il vicepresidente della commissione UE Andrus Ansip aveva sollecitato l'aula affinché accogliesse l'opportunità per definire nuove regole ed impedire la vincita automatica delle grandi piattaforme. E dopo il GDPR non ci resta che attendere cosa deciderà l'UE in fatto di copyright.

Nella discussione che apre la strada ad una legge europea sui diritti d'autore nel mercato unico digitale, sono state approvate alcune modifiche proposte dal relatore Axel Voss in relazione agli articoli 11 e 13.

Secondo il testo adottato dall'Europarlamento, le piattaforme web dovranno remunerare i contenuti prodotti da artisti, giornalisti ed editori.

Legge copyright: come prevede

Gli hyperlink "accompagnati da singole parole" potranno essere liberamente condivisi, ma ai giornalisti dovrà ansare una quota della remunerazione incassata dalla propria casa editrice. Questo vale anche per gli snippet, cioé l'anteprima di un articolo con una piccola porzione di testo prodotto da una casa editrice. L'Europarlamento ha approvato un testo modificato rispetto a quello presentato, e bocciato, lo scorso giugno. Molte delle modifiche "mirano a garantire che i creativi, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori, nonché editori e giornalisti, siano remunerati per il loro lavoro quando questo è utilizzato da piattaforme di condivisione come YouTube o Facebook e aggregatori di notizie come Google News". E qui si insinua un'altra problematica che impegna i colossi dell'informazione: il dilagare delle bufale, meglio conosciute come "fake news". Il provvedimento non includerà le piccole piattaforme per favorire la nascita elo sviluppo di start up; così come questo provvedimento escluderebbe i contenuti pubblicati su enciclopedie online, come Wikipedia, o su piattaforme per la condivisione di software open source, come GitHub, poiché non hanno finalità commerciali.

Da parte loro, artisti e giornalisti, possono "esigere" una remunerazione supplementare da parte di chi sfrutta le loro opere, se il compenso corrisposto è considerato di importo inferiore rispetto ai benefici che ne derivano, tra cui le "entrate indirette". Inoltre, le misure approvate consentirebbero di revocare la licenza di esclusività di sfruttamento dei diritti dell'opera se chi la detiene non la rispetta.

Ora non ci resta che aspettare e seguire le fasi successive dell'approvazione UE sulla legge sul copyright. Nel frattempo, rimanete aggionrati con tutte le novità dal web su www.romawebrevolution.